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Future Talks con Valerio Veronesi, Presidente della Camera di Commercio di Bologna

Con l’obiettivo di supportare i giovani nella scelta del loro percorso formativo, ecco il primo appuntamento con la rubrica dedicata alle interviste a figure di rilievo del mondo camerale, per raccogliere il loro punto di vista su competenze, lavoro e imprenditorialità. Primo appuntamento con Valerio Veronesi, Presidente della Camera di Commercio di Bologna e di Euroma​ Group.

28.07.2023

Future Talks con Valerio Veronesi, Presidente della Camera di Commercio di Bologna


Parte oggi la nuova rubrica che vedrà come protagoniste figure di rilievo del mondo camerale, al fine di raccogliere il loro punto di vista sulle competenze richieste dal mondo del lavoro, sugli specifici settori che maggiormente conoscono e sul tema dell’imprenditorialità. L’obiettivo è quello di aiutare e supportare, con dati concreti e consigli, i giovani che oggi si trovano davanti alla scelta fondamentale di quale percorso formativo intraprendere.Per il primo appuntamento, abbiamo intervistato Valerio Veronesi, Presidente della Camera di Commercio di Bologna e Presidente di Euroma Group.

 

Guardando indietro alla Sua storia professionale, quale scelta è stata per Lei importante nell’indirizzare il Suo percorso di carriera? Se c’è stato un momento che ha avuto maggior peso, ce lo racconta? 

Trovare uno snodo fondamentale direi che mi risulta abbastanza semplice. Io sono un imprenditore, figlio di un piccolo imprenditore, e in qualche modo sembrava quasi naturale proseguissi l’attività di mio padre. Invece, appena ho potuto, mi sono ribellato perché non avevo nessuna intenzione di seguire le sue orme. Ho studiato e nel corso dell’università ho subito cercato un lavoro che fosse vicino alla mia formazione, che era molto tecnica. Ebbi così la mia opportunità e iniziai con quello che sarebbe poi diventato il mio futuro. Quindi se devo citare un momento cruciale è stato di certo quello che in psicologia viene chiamato il “distacco dal padre”.  

 

Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche del mondo del lavoro di oggi di cui le ragazze e i ragazzi devono avere consapevolezza?

Mi sento di dare una risposta controcorrente e citerò quella che, secondo me, è l’arma che può fare effettivamente la differenza, se sei predisposto ad accettare la competizione del lavoro: la velocità. In un mondo come quello di oggi, molto più olistico, nel quale si pensa molto di più alle persone, credo che abituarsi e soprattutto prepararsi alla velocità può portare ad avere una marcia in più nel mondo del lavoro. Che tu sia un dipendente, un manager o un libero professionista non importa, la misura della tua capacità è data dalla tua velocità. Quanti problemi sei in grado di analizzare in un giorno? Quanti problemi sei in grado di risolvere? Quanti carichi di lavoro sei in grado di sopportare?  

 

Lei è un imprenditore nel mondo dell’automazione. Cosa può offrire questo settore alle ragazze e ai ragazzi, in questo particolare momento storico? Insomma, perché dovrebbero sceglierlo tra gli altri? 

Per quanto mi riguarda il concetto è semplice e non riguarda un settore specifico: i ragazzi devono per prima cosa fare ciò che è in grado di entusiasmarli. Devono trovare un settore e un lavoro nel quale si dimenticano che ore sono, perché se ti trovi nella situazione in cui non ti accorgi del tempo che passa automaticamente sei già ricco, perché non senti la fatica e ti godi quello che fai. Al contrario, se questa non è la sensazione e alle 16.55 sei già pronto a staccare, il mio consiglio è di cambiare subito lavoro, perché c’è la tua vita in gioco.  

 

Nel 2020 Lei ha partecipato ad un evento della Smart Future Academy di Bologna: si è rivolto ai giovani assicurando loro che “i sogni si avverano molto più spesso di quello che pensiamo”. Che cosa devono fare le ragazze e i ragazzi per fare in modo che i propri sogni diventino realtà? 

Parto da una contraddizione. I sogni si avverano sempre se tu lo vuoi, a patto che ognuno di noi accetti di sbagliare. Bisogna tornare a perdonarsi, ad accettare gli errori e i fallimenti. Senza la capacità di accettare i propri errori, la volta successiva per forza di cose si avrà più paura. E il rischio è che la paura ti blocchi e ti porti a non “provare” più. Ai ragazzi questa cosa, molto americana e poco europea, va detta e va raccontata. Da noi il fallimento è visto solo in negativo, mentre in America il fallimento è prima di tutto “esperienza”, su cui costruire e da cui partire. 

 

Quali sono le competenze e le skill fondamentali che ragazze e ragazzi devono assolutamente sviluppare nel loro percorso formativo per entrare con successo nel mercato del lavoro? 

Io ho la grande fortuna, dato il lavoro che faccio, di incontrare molte ragazze e ragazzi. E in quelle occasioni, mi sento sempre di dire una cosa molto semplice, ma fondamentale: “per prima cosa, vi dovete conoscere”. E dicendo questo faccio sempre una distinzione perché, secondo me, ognuno di noi può essere o un “tecnico” o un “commerciale”, e questa cosa è necessario saperla per poter decidere che strada intraprendere: o hai un’attitudine a eccellere in una particolare mansione o sei più portato a gestire, coordinare, comunicare. Presa consapevolezza di sé e di questa grande distinzione poi tutto viene più o meno di conseguenza, perché avrai dato ascolto a chi sei e a cosa ti piace.  

 

In conclusione, quale consiglio darebbe a chi vorrebbe mettersi in proprio e creare una propria start-up? 

Dato il ruolo istituzionale, vorrei citare la famosa frase di Einaudi rivolta agli imprenditori: “Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli”.  

Ecco, trovo questo concetto molto vero e puntuale, perché penso che quello che i giovani hanno dentro di loro sia qualcosa che va oltre il guadagno, qualcosa che li spinge sempre più in avanti, una forza inarrestabile. E quando sei imprenditore il tuo lavoro non si ferma al mero profitto, perché sei costantemente orientato alla continua crescita e al futuro. Con questi presupposti non ho dubbi che i nostri giovani, se vorranno, saranno capaci di fare grandi cose.  

 

Se sei interessato a diventare imprenditrice o imprenditore ​leggi​ la “Guida all’imprenditorialità”

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