Future Talks - Giorgio Mencaroni

Future Talks con Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria

Quarto appuntamento con la rubrica dedicata alle interviste a figure di rilievo del mondo camerale, per raccogliere il loro punto di vista su competenze, lavoro e imprenditorialità.

Data:

11 Agosto 2023

Tempo di lettura:

4 min

Quarto appuntamento con la rubrica dedicata alle interviste a figure di rilievo del mondo camerale, per raccogliere il loro punto di vista su competenze, lavoro e imprenditorialità.

Siamo al quarto appuntamento della rubrica che vede come protagoniste figure di rilievo del mondo camerale, che hanno un punto di vista privilegiato sulle competenze richieste dal mondo del lavoro, sui settori maggiormente attrattivi per i giovani e sul tema dell’imprenditorialità. L’obiettivo è quello di aiutare e supportare le ragazze e i ragazzi che oggi si trovano davanti alla scelta fondamentale di quale percorso formativo intraprendere.

Per questo, abbiamo intervistato Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria. 

Guardando indietro alla Sua storia professionale, quale scelta è stata per Lei importante nell’indirizzare il Suo percorso di carriera? Se c’è stato un momento che ha avuto maggior peso, ce lo racconta? 

Nel corso della mia vita professionale ci sono stati diversi momenti cruciali, ma quello che mi ha portato a decidere di fare Ingegneria Civile dopo il liceo è stato sicuramente uno dei più importanti. Per fortuna la scelta del percorso che avrei intrapreso è stata presa in totale autonomia e ritengo che questo sia stato fondamentale. I miei genitori non sono mai intervenuti per condizionare il mio percorso di studi e ciò mi ha permesso di seguire liberamente il mio intuito e la mia passione. Detto ciò, alla fine ho deciso di intraprendere una facoltà che fosse attinente al settore di cui si occupava mio padre e che anche io conoscevo meglio, quello delle costruzioni.  

Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche del mondo del lavoro di oggi di cui le ragazze e i ragazzi devono avere consapevolezza? 

Per rispondere voglio partire da un tema caro alla mia Regione, ovvero la grande quantità di laureati che ancora decidono di andare a lavorare altrove. Io auguro loro il meglio ma, forse, a volte si tratta di scelte avventate. Al contrario, ritengo molto importante analizzare attentamente le opportunità disponibili sul proprio territorio. Questo implica non solo guardare al presente, ma anche considerare le prospettive future del settore o della carriera scelta. Valutare la domanda di lavoro, le tendenze del mercato e le possibilità di crescita aiuterà a prendere una decisione più informata e accurata. La scelta deve essere fatta senza farsi trascinare dalla spinta emotiva. Lo dico perché bisogna tenere bene a mente che ciò avrà effetti sulla vita privata, sulla possibilità o no di avere una famiglia, dei figli. In quest’ottica avevo proposto un contributo economico di un anno direttamente per il laureato che decide di restare nella propria Regione, in modo da aiutare le imprese locali ad assumere e provare a far restare i nostri giovani.  

Da qualche anno l’offerta formativa post-diploma si è arricchita con l’introduzione degli Istituti Tecnici Superiori, o ITS Academy, per rispondere all’elevata domanda delle imprese di competenze tecniche e tecnologiche. Perché una ragazza o un ragazzo dovrebbe scegliere di seguire un percorso formativo di questo tipo? 

Per come la vedo io, l’ITS ha un solo limite, il fatto che si chiami “Istituto Tecnico”, lo dico perché nella mentalità delle famiglie italiane sembra che valga meno rispetto a un’Università. È un gap culturale che va colmato. Noi in Umbria abbiamo un solo ITS, dove i ragazzi vengono preparati in tutti gli ambiti professionali: industria, turismo, artigianato, commercio, agricoltura eccetera.  

Dobbiamo riuscire a far capire che frequentare un ITS può portare grande valore aggiunto al proprio profilo professionale. Iin un periodo in cui c’è sempre maggiore richiesta di profili tecnici, decidere di iscriversi a un ITS potrebbe risultare la vera scelta vincente.   

In che modo le ragazze e i ragazzi possono sfruttare i servizi delle Camere di Commercio per trovare supporto nel proprio percorso formativo e professionale? Perché consiglierebbe loro di entrare in contatto con le istituzioni camerali di riferimento sul proprio territorio? 

Oggi ci sono un grande numero di master di tre anni che forniscono una formazione assolutamente poliedrica. Una formazione che spesso e volentieri però non è attinente o pienamente affine a quelle che sono le necessità di mercato, perché manca una correlazione tra la domanda e l’offerta. Le istituzioni camerali hanno il compito di fornire dei dati che possano aiutare in questo senso. Per esempio, sappiamo che nel primo semestre del 2023 l’Umbria ha una grande richiesta per il settore turismo, ma nonostante questo non riusciamo a trovare i profili necessari. Dobbiamo riuscire a indirizzare i giovani verso i settori più dinamici e noi come istituzione dobbiamo cercare di orientarli al meglio con gli strumenti che abbiamo a disposizione. 

Quali sono le competenze e le skill fondamentali che i giovani devono assolutamente sviluppare nel loro percorso formativo per entrare con successo nel mercato del lavoro? 

Oggi ciò che il mercato chiede ai giovani sono sicuramente grande determinazione, una formazione adeguata, grande flessibilità e capacità di adattamento a seconda della tipologia di lavoro. Inoltre, bisogna spiegare ai giovani che oggi non sono chiamati a svolgere lavori meccanici e ripetitivi: piuttosto, ci si aspetta che abbiano capacità nel mondo delle ICT e del digitale e che siano in grado di svolgere lavori sempre più complessi. Diventa importante per i giovani avere la capacità di lavorare in team e di destreggiarsi all’interno della complessità che caratterizza il lavoro, dove è necessario essere più “completi” anche a livello di conoscenze. 

In conclusione, quale consiglio darebbe a chi vorrebbe mettersi in proprio e creare una propria start-up? 

Per prima cosa, mai adagiarsi su ciò che si sta facendo, è importante coltivare la curiosità e, perché no, anche un po’ di ambizione. Poi ci vuole grande umiltà e un desiderio continuo di imparare sempre di più. Ma forse il miglior consiglio che mi sento di dare è di cercare la propria strada verso un lavoro che sia soddisfacente, perché alzarsi ogni mattina col pensiero “oh mannaggia , devo andare a lavorare” è la cosa peggiore che possa capitare. Allora, sfruttate questo momento in cui avete ancora poche responsabilità e pochi legami per trovare il lavoro che fa per voi e che vi stimoli ad andare avanti. Infine, siate e sentitevi liberi, sia che vogliate fare gli imprenditori sia che desideriate essere dei dipendenti. La libertà è ciò che vi darà maggiore soddisfazione. 

Se ti interessa diventare imprenditrice o imprenditore ​leggi​ la “Guida all’imprenditorialità”.

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